Il recupero crediti stragiudiziale

Il recupero crediti stragiudiziale

In un contesto economico nel quale i professionisti e le aziende sempre più spesso corrono il rischio concreto di non essere pagati dai propri clienti, l’assistenza fornita da un avvocato per il recupero crediti stragiudiziale può essere un strumento molto importante.

Il debitore potrebbe non pagare le somme dovute per i motivi più vari, anche se solitamente il suo inadempimento è causato da una carenza di liquidità.

In queste situazioni, l’intervento di un avvocato per il recupero dei crediti insoluti è un valido supporto per il creditore.

In linea generale, l’attività di recupero crediti svolta da un legale si articola in due fasi distinte:

  1. Il recupero crediti in via stragiudiziale, che viene posto in essere senza particolari formalismi e senza ricorrere all’autorità giudiziaria.
  2. Il recupero crediti in via giudiziale, che il creditore può promuovere secondo specifiche procedure previste dalla legge, che si svolgono sotto il controllo del Giudice.

L’attività stragiudiziale precede quella giudiziale.

Quest’ultima entra eventualmente in gioco solo successivamente, se con la prima non si ottiene il risultato voluto.

Il creditore può comunque agire direttamente in giudizio, senza prima tentare il recupero del credito in via stragiudiziale.

Di seguito si parlerà del recupero crediti in via stragiudiziale, mentre quello giudiziale verrà trattato in un artitolo successivo.

L’avvio del recupero crediti stragiudiziale

L’attività di recupero crediti stragiudiziale, pur essendo facoltativa, è comunque consigliabile.

In caso di successo, infatti, consente al creditore di ottenere in tempi rapidi il pagamento di quanto gli è dovuto.

Il recupero crediti in via stragiudiziale inizia con l’invio di una lettera di costituzione in mora.

Con questa comunicazione l’avvocato del creditore intima al debitore di pagare la somma dovuta, entro un determinato termine perentorio, trascorso il quale il creditore potrà agire in giudizio.

La lettera di costituzione in mora, oltre a servire per ottenere il pagamento delle somme dovute, è anche utile per interrompere il decorso del termine di prescrizione.

A volte, la lettera può anche essere accompagnata da un sollecito di pagamento, anche telefonico.

Un colloquio telefonico con il debitore, infatti, ove possibile, può aiutare a instaurare un dialogo con quest’ultimo, che facilita il raggiungimento di un accordo.

Un eventuale accordo consentirebbe al creditore di incassare le somme che gli spettano senza dover agire in giudizio.

Di regola, gli accordi tra creditore e debitore possono essere di due tipi:

  1. Il pagamento a saldo e stralcio.
  2. Il piano di rientro.

Il pagamento a saldo e stralcio

Il pagamento a saldo e stralcio è un accordo con il quale il debitore si impegna a pagare immediatamente una determinata somma di denaro, inferiore al debito originario.

In questo modo il creditore, in cambio di una riduzione del debito, ottiene un pagamento immediato.

Il creditore risparmia così i tempi e i costi di un eventuale giudizio, che avrebbe comunque un esito incerto.

Dall’altro lato, il debitore ottiene il vantaggio di pagare una somma inferiore a quella dovuta.

Il piano di rientro

Diversamente, se il debitore non è in grado di fare un pagamento immediato, le parti posson concordare i termini e le modalità di estinzione dell’intero debito mediante un piano di rientro.

Con questo accordo il creditore consente al debitore di estinguere l’intero debito mediante versamenti rateali periodici.

In questo modo, il creditore ha il vantaggio di ottenere il pagamento dell’intera somma, senza dover agire in giudizio, anche se con tempi più lunghi rispetto a lc.d. saldo e stralcio.

Il debitore, dal canto suo, avrebbe più tempo per effettuare i pagamenti.

Sia nel caso del c.d. saldo e stralcio, sia nel caso del piano di rientro, le parti formalizzano l’accordo raggiunto con una scrittura privata, sottoscritta da entrambi.

Il debitore potrebbe anche non dare alcun riscontro né alla lettera di diffida, né all’eventuale ulteriore sollecito.

Oppure, pur avendo concordato un piano di rientro, potrebbe non rispettarlo.

In tutti questi casi, il creditore dovrà decidere se agire o meno davanti all’autorità giudiziaria per ottenere quanto gli è dovuto.